Dopo aver letto il libro “Il fotografo di Auschwitz” di Luca Crippa E Maurizio Onnis, ho voluto personalizzare il racconto cercando di renderne “vivi” i personaggi. Ho scoperto che leggere una storia, se pur reale, lascia sempre spazio all’ immaginazione, ma quando poi inizi una ricerca personale ed entri nella vera storia, cominci a collegare tutte le storie che hai sentito e/o ti hanno raccontato. Spero di non disturbare nessuno con questa mia piccola raccolta fotografica.
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Le fonti dirette sono state prese dal libro “Il Fotografo di Auschwitz” di Luca Crippa e Maurizio Onnis – Pickwick -.
Le fonti generali sulla Shoa ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale e sul campo di concentramento di Auschwitz sono innumerevoli e prese da internet attraverso i svariati siti-documentari. Google.
Le foto che lui scattava ogni giorno da anni contenevano la memoria delle persone: prigionieri, carcerieri, medici corrotti e impazziti.
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Nel 1939, dopo l’invasione tedesca della Polonia, le SS propongono al giovane austro-polacco Wilhelm Brasse di giurare fedeltà a Hitler e di arruolarsi nella Wehrmacht. Il giovane rifiuta: si sente polacco e non vuole tradire la sua patria. Un anno dopo Wilhelm viene internato ad Auschwitz, con il numero di matricola 3444. I suoi compagni vengono inviati molto presto alla morte; lui invece si salva perché è un abile fotografo. Nei cinque anni successivi vive nel campo e documenta, suo malgrado, l’orrore. Fotografa migliaia di prigionieri, di esecuzioni, e i terrificanti esperimenti su cavie umane del dottor Josef Mengele. Oltre cinquantamila scatti, che rappresentano una imprescindibile documentazione di quell’abominio. A poco a poco, Brasse decide che lo scopo della sua vita non può essere solo quello di sopravvivere. Agirà. Farà di tutto perché attraverso di lui si conservi la memoria di Auschwitz. Nei mesi successivi, a rischio della vita e con molto ingegno, riesce a far pervenire alla resistenza una parte delle sue fotografie. Infine, al principio del 1945, quando il campo deve essere abbandonato, finge di obbedire all’ordine di distruggere stampe e negativi, riuscendo invece a trarli in salvo. Perché il mondo deve sapere. Sono le immagini di Auschwitz che noi tutti conosciamo. Ricostruita sulla base di resoconti e documenti, una eccezionale testimonianza per non dimenticare…
Il fotografo di Auschwitz – di
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