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Era il 7 aprile di settantasei anni fa, un venerdì santo del 1944 per l’esattezza. Gli angloamericani bombardarono la città di Treviso provocando la morte di ben 1600 persone, tra cui più di 120 bambini. L’80% della città fu rasa al suolo e con se tutto il patrimonio edilizio e culturale. Le bombe cadevano dall’alto senza una logica precisa, tutto crollava. Una città paralizzata da quei momenti di panico e terrore, dove nessun fotografo fu in grado di uscire e scattare una fotografia. Oggi è importante ricordare quelle vittime, un ricordo che potrà aiutarci a sconfiggere questa nuova guerra. Si, una nuova guerra che stiamo affrontando in questi giorni drammatici, senza bombe ma con un nemico invisibile, il Coronavirus. Una nuova emergenza dagli effetti ugualmente tragici.
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