Un’esperienza da non dimenticare al Faaker See 2019

L’attesissimo European Bike Week 2019, è terminato. Protagonista della kermesse, come da 22 anni a questa parte, il leggendario Faaker See, sito nella suggestiva cornice della Carinzia, in Austria. Migliaia gli harleysti e non solo, hanno preso parte a questo magico motoraduno, uno dei più grandi d’Europa e con una tradizione che prosegue dal lontano 1998, nato come spesso accade da un gruppo di amici con l’unico scopo di passare un po’ di tempo insieme, fra armonia e tanto divertimento, tra le loro moto cromate e accompagnati da fiumi di birra.

L’evento è iniziato martedì 3 settembre con delle belle giornate di sole fino a sabato 7, dove il maltempo ha dato sfogo alla sua curiosità e fatto compagnia a noi bikers fino al temine della manifestazione, domenica 8. Sinceramente era tanta l’adrenalina dentro ognuno di noi che nessuno ha dato importanza a tale fastidio. Dopo un bel giro lungo le sponde del lago Faak, ed una passeggiata lungo le sinuose strade austriache, mi fermo per dare libertà alla mia prima volta all’European Bike Week. Bello, grande ma non troppo dispersivo… sicuramente ci ritornerò.

Mi trattengo poche ore per guardare tutti gli stand ben allestiti e sotto una pioggia che si alternava tra pioggerella e acquazzone, mi preparo per proseguire la mia tabella di marcia e scoprire nuovi posti nei dintorni. Purtroppo, ahimè, non è stato così e sono tornato diretto a casa prendendo l’autostrada per il ritorno, che odio in particolar modo perché noiosa e monotona. Dal confine fino a Noventa di Piave (TV), sull’autostrada E70, dalle ore 15:30 alle ore 18:00, per circa 200 km, più o meno, mi sono trovato ad affrontare una pioggia continua con tratti di bombe d’acqua violente, mai affrontate prima d’ora in moto. Sentivo la forza delle gocce d’acqua che ti colpivano con una violenza inaudita, tanto da farti credere ad una possibile grandine ma che invece non era. Ovviamente non c’erano ripari in quel momento e quindi via dritto seguendo i pochi segnali luminosi delle auto che affrontavano lo stesso muro d’acqua con più sicurezza. Non nascondo di essermi sentito un po’ solo al mondo ed aver avuto un attimo di sbandamento psicologico ma alla fine cosa altro potevo fare? Niente, seguire la mia strada ed uscire fuori da quell’inferno di acqua il prima possibile.

Adrenalina al 100% ma alla fine con la mia Harley-Davidson siamo arrivati alla base sani e salvi e pronti per una nuova avventura!

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