Fedayyìn, o Fidayyìn (in in arabo: فدائيون, in lingua armena: Ֆէտայի) è il plurale arabo del termine fidā’ī che letteralmente significa devoto. Questo termine nel corso della storia è stato utilizzato per descrivere numerosi e distinti gruppi militanti o individui in Armenia, Iran e nel mondo arabo.
Il termine si riferisce nella storia classica dell’Islam ai seguaci ismailiti di Ḥasan-i Ṣabbāḥ che, nelle alture iraniche di Alamūt, organizzò un complesso Stato teocratico che organizzava attentati mirati a colpire più ancora che gli avversari crociati installatisi in Terra Santa, gli esponenti del potere sunnita (in particolare i Selgiuchidi ma anche tutti quanti i musulmani dei vari domini musulmani che, in Siria e Palestina, perseguivano regolarmente una politica di sostanziale buon vicinato coi Crociati invasori) che gli Ismailiti ritenevano come i loro più detestabili avversari ideologici e politici.
L’estrema devozione che caratterizzava i sostenitori di Hasan-i Sabbah li fece definire, appunto, “devoti” e la loro capacità di sacrificio, spinta fino al suicidio, li fece considerare come i più temibili rappresentanti dell’Islam militante dei secoli XIII e XIV.
Il termine in età contemporanea è stato riesumato dai militanti della guerriglia armata palestinese contro lo Stato israeliano e, nell’uso della stampa, quello che è grammaticalmente pur sempre un plurale è passato ormai da tempo a identificare anche il singolare, talché è corrente l’abitudine di riferirsi a “un fedayyìn”, laddove più correttamente si dovrebbe parlare di “un fidà’i”.
INFO: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Fedayyin
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